Collaboratori

Vivere nel mondo, per il mondo

In un mondo in costante cambiamento, il ramo dei Collaboratori della Famiglia Ecclesiale Missione Chiesa-Mondo, si è interrogato su come vivere la propria fede con autenticità e impegno.
Gli esercizi spirituali tenuti presso la casa delle Suore Domenicane di Catania il 22 e 23 giugno 2024 hanno offerto un’occasione preziosa per riflettere su alcune domande fondamentali.
Gli esercizi sono stati guidati dalla prof.ssa Arianna Rotondo, docente di Storia della Cristianità presso l’Università di Catania, che scelto di guidare i presenti nella lettura della “Lettera a Diogneto”. È un testo del II-III secolo scritto da un cristiano molto preparato per essere un pagano, Diogneto, e risponde in modo organico a delle domande sempre attuali: chi sono i Cristiani? Chi è Dio?

Nella prima parte della lettera, letta e meditata sabato pomeriggio, l’autore fornisce una risposta alla prima domanda. Inizialmente spiega chi non sono i cristiani, prendendo le distanze, in modo critico, dall’idolatria dei Greci e dai ritualismi dei Giudei, poi presenta chi sono: “Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri… Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo.” (V, 5 e 9), “Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.” (VI, 10)
Riassumendo potremmo dire che: i cristiani sono nel mondo, ma non sono del mondo, e il loro operato deve essere per il mondo.

Il momento di revisione di vita si è svolto in piccoli gruppi seguendo la traccia fornita dalle domande:
Come cittadini forestieri del mondo noi oggi che cosa facciamo per prenderci cura del bene della società in cui viviamo? Che cosa non facciamo ancora per il bene comune o che cosa non abbiamo mai fatto?

Nel momento di sintesi che ne è seguito è emerso che tutti ci prodighiamo per gli altri, per gli ultimi, per i giovani ma non riusciamo ad andare oltre, spesso non osiamo per paura o pigrizia.

Durante la seconda giornata, la prof Arianna ha guidato nella lettura della seconda parte della lettera che risponde alla domanda “Chi è Dio?”.
Dio è amore, ci ha amati per primi e si offre come modello da imitare per essere buoni cristiani e cittadini impegnati. Ha inviato suo Figlio non per comandare ma per salvare, per persuadere senza violenza. Ci ama a tal punto che ci permette, senza approvare, di peccare e di essere travolti dai desideri e dalle passioni, come Paolo e Francesca nel V canto dell’Inferno. Ci sopporta, dal latino “supportare” trasportare da sotto, quindi Dio, se noi ci abbandoniamo a Lui, ci prende dal basso e ci eleva.

A conclusione della lettura, Arianna ha indicato due domande per la revisione di vita in piccoli gruppi:
Qual è la mostra esperienza d’amore come cristiani? Cosa ci limita e cosa ci libera in questa esperienza?

In tanti hanno narrato di aver sperimentato di essere amati sin da bambini e quindi di essere naturalmente portati ad amare gli altri. I limiti sono sempre la paura del giudizio altrui, quello che ci libera è accostarci all’Eucarestia, consapevoli che il Padre ci supporta sempre.

Prima del pranzo, si è tenuto un momento di confronto sull’anno pastorale che si sta concludendo e si sono raccolte idee per il prossimo anno: quali attività mantenere, cosa modificare, cosa fare meglio… Tra le emergenze emerse, una fra tutte la richiesta di far partecipare, nella modalità più opportuna, i giovani agli incontri, partendo dai figli dei tanti presenti.

Dopo una pausa di convivialità, Lidia Curcio, responsabile generale della FEMCM, ha guidato l’ora di adorazione eucaristica, seguita dalla Santa messa celebrata da Padre Franco Luvarà. Durante la funzione, molti dei collaboratori presenti hanno rinnovato il loro impegno  a vivere, ciascuno nel proprio stato di vita, per un anno, il carisma, la spiritualità e la missione secondo lo spirito delle Costituzioni delle FEMCM.
Questi giorni di studio, riflessione e preghiera hanno ricordato a tutti che, come cristiani e collaboratori, siamo chiamati a vivere nel mondo, per ilmondo, con un cuore rivolto al cielo. Che possiamo sempre trovare la forza e il coraggio per vivere questa chiamata nell’Eucarestia e nella comunità.

Ludovica Oliveri, MCM
Foto di Giovanni Rondine

 

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