In questo anno giubilare io e mio marito, insieme ad altri membri dei quattro rami della Famiglia Ecclesiale MCM, abbiamo potuto condividere l’esperienza di essere “pellegrini di speranza”.
Ci siamo preparati a vivere questo momento di grazia con un primo incontro avvenuto presso la sede delle missionarie MCM a Catania dove Gabriella La Mendola (missionaria MCM) ci ha introdotto al Giubileo, partendo dalle sue radici storiche.
Il nostro pellegrinaggio ha avuto inizio il quattro gennaio dalla Basilica di San Pietro, simbolo della fede universale; lì, dopo aver attraversato la Porta Santa, ci siamo avvicinati alla statua dell’apostolo Pietro per rinnovare la nostra fede in Cristo con la recita del “Credo”.
Abbiamo proseguito poi verso la Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove abbiamo meditato sul mistero dell’incarnazione per poi accostarci al sacramento della riconciliazione; a seguire abbiamo raggiunto la Chiesa di San Pietro in Vincoli, dove si trova la statua del Mosè che induce i pellegrini a riflettere sul significato di Mosè come liberatore del popolo ebraico.
La giornata si è conclusa con la recita dei vespri in un luogo di meditazione e preghiera: il Monastero delle Suore Agostiniane nella Chiesa dei Santi Quattro Coronati.
L’indomani abbiamo proseguito il nostro pellegrinare per la città Santa recandoci alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura per l’apertura della Porta Santa, partecipando anche alla celebrazione eucaristica. Durante la messa, dopo l’apertura della Porta Santa, il cardinale Harvey ha invitato ciascun pellegrino a intraprendere un viaggio spirituale sulle orme della fede.
Nel pomeriggio ci siamo incamminati sulla “via della luce” attingendo all’arte del Caravaggio per riflettere sulla vocazione di Matteo nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, sulla Madonna dei Pellegrini nella Chiesa di Sant’Agostino e infine sulla conversione di Paolo presso la Chiesa di Santa Maria del Popolo.
All’imbrunire abbiamo raggiunto il palazzo Cipolla per farci conquistare dalla bellezza dell’arte contemporanea di Marc Chagall con la “crocifissione bianca”, un’opera che trasmette un messaggio di speranza e di denuncia contro la violenza e l’odio.
Nella nostra ultima giornata, dopo aver partecipato alla Santa Messa, abbiamo raggiunto nuovamente piazza San Pietro per prendere parte all’Angelus.
A conclusione del nostro pellegrinaggio, dove abbiamo condiviso anche la piacevolezza di stare insieme a tavola gustando i tipici piatti romani, ciascuno di noi, nella semplicità che ci contraddistingue, prima della partenza ha voluto condividere i sentimenti che questa esperienza giubilare ha suscitato. Abbiamo fatto rientro con la consapevolezza di quanto sia importante essere membra vive di Cristo e con l’impegno ad essere sempre e ovunque “portatori” di speranza.
Scritto da Salvo e Rita Pulvirenti, MCM