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Al via la “Scuola di formazione pastorale”

Martedì 9 gennaio, presso la sede delle missionarie della Famiglia Ecclesiale Missione Chiesa-Mondo, ha preso il via la prima edizione della “Scuola di formazione pastorale”.

Alla presenza di 60 iscritti, di cui 28 collegati da varie parti d’Italia su piattaforma online, la responsabile della Famiglia Ecclesiale, prof.ssa Lidia Curcio, ha aperto i lavori dando il benvenuto ai partecipanti e presentando il corso che rappresenta un’esperienza nuova per la Missione Chiesa-Mondo. A differenza della formazione finora attuata, infatti, la Scuola ha un taglio più ampio essendo rivolta non solo ad operatori pastorali, ma, in generale, a quanti svolgono un servizio in ambito ecclesiale o nel contesto socio-culturale di riferimento o, semplicemente, desiderano acquisire una maggiore consapevolezza dell’identità e dell’impegno cristiano nel mondo.

Al via la “Scuola di formazione pastorale”

A seguire, l’intervento del coordinatore della Scuola di formazione, prof. Antonio Acquaviva, che ha brevemente illustrato come si svolgeranno gli incontri, che saranno strutturati in tre momenti: la relazione sul tema, il laboratorio in piccoli gruppi ed, infine, il ritorno in plenaria con una breve restituzione di quanto emerso durante l’attività laboratoriale.

Il primo appuntamento, dal titolo “Quale pastorale”, ha visto come relatrice la prof.ssa Gabriella La Mendola, missionaria della FEMC-M, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Classico Statale “Gulli e Pennisi” di Acireale e docente di Teologia spirituale e Introduzione al Concilio Vaticano II presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania.

Trattandosi di un incontro introduttivo e considerata la prospettiva “pastorale” attraverso la quale saranno affrontati i temi del corso, la relatrice ha ritenuto essenziale definire preliminarmente il significato della parola “pastorale”, un termine usato abitualmente in ambito ecclesiale per designare gli uffici della curia diocesana (di pastorale liturgica, di pastorale giovanile, di pastorale della parola), o con riferimento agli incontri per organizzare attività ed eventi in parrocchia, o ancora per indicare i principali organismi di partecipazione, come il consiglio pastorale parrocchiale, o, infine, associato ad una metodologia, per l’appunto, pastorale.
«Tutti questi modi di intendere la pastorale non dobbiamo considerarli sbagliati» precisa La Mendola «ma sarebbe troppo riduttivo pensare che pastorale significhi solo questo. Se noi lo interpretiamo in questo modo, se rimaniamo esclusivamente sul piano del fare, allora è giusto dire che pastorale è l’organizzazione della vita della chiesa, ma non è così, e allora il termine va svelato ancora più in profondità».
La prof.ssa La Mendola ha inteso dare una connotazione più squisitamente teologica al termine “pastorale”, richiamando il discorso Gaudet Mater Ecclesia, nella solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. In tale discorso, Giovanni XXIII volle ribadire la distinzione tra la “sostanza” del deposito della fede e la formulazione del suo rivestimento, insistendo sul fatto che l’atteggiamento della chiesa nei confronti della dottrina non doveva fermarsi ad una mera custodia ma al suo approfondimento e promozione: “occorre un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze, in corrispondenza più perfetta della fedeltà all’autentica dottrina”.
Pertanto, spiega La Mendola «pur rimanendo fedeli alla dottrina occorre trovare delle formulazioni nuove di rivestimento che rispondono alle attese del mondo contemporaneo». E continua «il Vangelo ha una sostanza che è ciò che nutre l’uomo di ogni tempo, ma perché questo Vangelo possa arrivare all’uomo di ogni tempo e di ogni luogo si deve incarnare. E quindi assumerà di volta in volta, nel tempo, aspetti e forme diverse».
Pastorale, pertanto, non è (solo) organizzare la vita ecclesiale, ma, conclude La Mendola «partendo da Gesù Buon Pastore, è un modo, uno stile, un momento costitutivo della stessa dottrina, è il modo di darsi del Vangelo, è l’incarnazione del Vangelo, è la possibilità che il Vangelo ha di essere nutrimento per l’uomo di ogni tempo».
La domanda che ogni credente deve, quindi, porsi non è “Cosa farebbe Gesù oggi al posto mio?”, bensì “Cosa fa Gesù oggi?”.
Al termine della relazione, sono stati proiettati due brevi spezzoni tratti dai film “Un sogno per domani” e “Alla luce del sole”, utili per introdurre alla riflessione e alla discussione nei laboratori. Quindi, alla luce di quanto ascoltato dalla prof.ssa La Mendola e degli stimoli forniti attraverso la visione degli spezzoni, i partecipanti al corso si sono distribuiti in piccoli gruppi per confrontarsi sul tema e, guidati dagli animatori della MC-M, hanno sviluppato la riflessione, provando ad indagare sul proprio modo di vivere la pastorale nei diversi contesti della propria vita.
Rientrati in plenaria, gli animatori hanno restituito una sintesi di quanto discusso all’interno dei vari gruppi di lavoro, mettendo in evidenza eventuali dubbi, propositi e nuove consapevolezze emerse dalla riflessione e dal confronto.
La serata si è conclusa con una preghiera.
Il prossimo appuntamento sarà martedì 23 febbraio e verterà sul tema de “La dignità battesimale”, che sarà presentato da don Giuseppe Raciti, missionario della FEMC-M e vicario episcopale per la pastorale della diocesi di Catania.

Scritto da prof.ssa Maria Antonietta Chiavaro, MCM

 

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